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attacchi di panico




Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia, caratterizzato da ricorrenti  ed inaspettati attacchi di panico. Rappresenta la forma più acuta e intensa di ansia. Esso può essere in comorbidità con depressione.
Le percentuali di prevalenza lifetime in campioni comunitari risultano abbastanza elevate fino al 3,2%, ma la maggior parte  degli studi ha rilevato percentuali  fra l’1% ed il 2% distribuite  prevalentemente in persone giovani tra i 20 e 40 anni.

Si ha un attacco di panico quando l’ansia o la paura sono così intense da produrre una reazione abnorme e ripetuta rispetto a stimoli anche insignificanti. I sintomi più frequenti della reazione d’allarme sono  palpitazioni o tachicardia,  sensazione di asfissia o di soffocamento, dolore o fastidio al petto (es. senso di oppressione toracica),  sensazioni di sbandamento o di svenimento (es. debolezza alle gambe, vertigini, visione annebbiata),  sensazione di irrealtà (derealizzazione) o sensazione di essere staccati da se stessi (depersonalizzazione),  confusione mentale, paura di perdere il controllo o di impazzire,  paura di morire. Durante l’attacco di panico si ha la sensazione di “come se “,  “ stare per” morire, avere un infarto, un ictus, di svenire, di impazzire, di avere una malattia nonostante le varie visite mediche ed indagini cliniche.

Spesso il  Disturbo da attacchi di panico è preceduto da un evento stressante, Barzega G.et al. 2000,  prevalentemente nella sfera affettiva (lutti, interruzione relazione  affettiva  oppure eventi positivi significativi come rafforzamento di una relazione aff/matrimonio ecc).

Nel DSM IV i criteri per la diagnosi di Attacco di Panico prevedono la presenza di un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale almeno quattro dei seguenti sintomi  si sono sviluppati  improvvisamente  ed hanno raggiunto il picco nel giro di dieci minuti:

  • • palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
  • • sudorazione
  • • tremolio o tremore
  • • sensazione di mancanza di fiato o asfissia
  • • sensazione di soffocamento
  • • dolore toracico o disagio
  • • nausea o dolore addominale
  • • giramento di testa, barcollamento, stordimento o svenimento
  • • derealizzazione (sentimenti di irrealtà, tremolio o tremore )
  • • paura di perdere il controllo o diventare pazzo
  • • paura di morire
  • • parestesie (sensazioni di torpore o formicolio)
  • • brividi di freddo o vampate di calore

La persona mette in atto alcune strategie, come l’accompagnamento, si reca in alcuni luoghi solo se accompagnata da una persona fidata, oppure evita di uscire o recarsi in determinati luoghi. Oppure predispone un percorso obbligato.

Spesso lo stato di isolamento determinato dalla messa in atto di comportamenti di evitamento conduce a uno stato depressivo, che coinvolge non solo le  emozioni, ma l’interezza delle dimensioni fisico, psichiche e spirituali della persona umana. “Uno stato complesso – la definisce Cassano G.B.  – che va dal disturbo dei processi metabolici chimico-fisici all’alterazione delle reazioni immunitarie, fino all’esperienza del dolore che si traduce in sintomi algici in tutto il corpo, astenia, profonda debolezza fisica,. Arriva ad alterare i sentimenti più elevati: spirituali, etici, morali, soprattutto quando complicati da sentimenti di autosvalutazione e di colpa. C’è un rallentamento dei movimenti, della mimica e dei processi creativi, tutto costellato da una sensazione soggettiva e ineffabile di  dolore invasivo, la cui  “definizione è così difficile  che nel linguaggio degli stessi pazienti essa raramente trova la possibilità  di una verbalizzazione “ Vella  G. e Siracusano A., 1994